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Treasures from the Wreck of the Unbelievable - Damien Hirst

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Treasures from the Wreck of the Unbelievable _ Damien Hirst Voce del verbo “epicizzarsi” 8 Aprile 2017, dopo lunga attesa, Punta Della Dogana e Palazzo Grassi,  doppi cuori di una poco pulsante Venezia hanno grondato stupore. Damien è tornato e con lui tutta la carica emotiva che travolge chi ancora non ha compreso il suo talento più grande. Hirst è un personaggio epico, capace di “automiticizzarsi “ con la classe che contraddistingue il suo immaginario fatto di copie, omaggi ed esaltazioni. - Treasures from the Wreck of the Unbelievable - apre le porte e lo fa su di un gigante dalle unghie lunghe e la testa perduta. Un Dio ricoperto di tempo dal prepuzio dettagliato (a scapito di ano e capezzoli forse tuttavia ancora scandalizzanti) che sorregge l’esposizione allestita nella sede di Palazzo Grassi. Questo Atlante abnorme è circondato dalle idee del suo creatore che vanno dalle piccole sculture preziose ai disegni in stile incorniciabile. Kalì, Cerbero, Idra,
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Rupi & Pio vedono: “Arrival” Cancellate l’immagine del poster che vende malissimo il prodotto e dimenticate un trailer per l’Italia che fa danzare un - Indipendece Day- new style assolutamente falso. La traduzione letterale del titolo può trarre in inganno dato che non abbiamo visto- arrivo- ma –continuità- caratterizzata da un tempo circolare, un tempo senza un ordine umano che ricorda quello dei calendari di antiche civiltà. LEI Dalla sua spettacolare e geometrica casa lascia trapelare un dramma personale che sembra costringere il pubblico alla noia. Una fase di depressione post-traumatica assolutamente giustificata ma pesante e già vista mille volte sullo schermo. Troppa femminilità in una sola telefonata con la madre. Si aggiunga però che la donna protagonista è anche un’insegnate ed una esperta traduttrice e conoscitrice di lingue che l’esercito USA è costretto a –ricontattare- lasciando intuire una sua precedente avventura. In un altro film la stessa attrice