#RobertaFeoliDeLuciaUSA2018





Sono una beneventana da anni trasferitasi al nord dopo la laurea in Grafica d’arte e la formativa esperienza Erasmus all’Accademia de Bellas Artes Alonso Cano di Granada.
Da anni sono la manager della stamperia d’arte nonchè insegnante di tecniche incisorie e libro d’artista della Scuola Internazionale di Grafica di Venezia.
Sempre attiva nel panorama artistico internazionale ho ricevuto per questo inverno 2018 un meraviglioso invito come artista in residenza ed ospite speciale dall’associazione Boston Printmakers e Mixit Print Studio.
Negli anni trascorsi tra i torchi e l’inchiostro ho avuto l’occasione di incontrare e confrontarmi con incisori ed artisti del panorama mondiale di altissimo calibro e l’ho fatto sempre con lo stesso sorriso e sincerità che caratterizzano le relazioni che instauro con i professionisti ospiti della mia stamperia.
In particolare l’incontro con la ex presidente dell’associazione di Boston, Liz Shepherd, scultrice, incisore e fondatrice del Shepherd & Maudsleigh Studio e quello con la celebre Catherine Kernan, incisore e pittrice tra i fondatori del Mixit Print Studio ed esploratrice dei rivoluzionari inchiostri Akua che da anni ho adottato come materiale della mia stamperia.
Print Fair NY 2018
Invitata alla Fine Art Print Fair ho potuto passeggiare tra le stampe in vendita e leggere i prezzi di un Rembrandt, quasi acquistare una litografia di Rops per poi ricordarmi di non “dovermelo” permettere, riscoprire Maria Pacheco ed analizzare originali di Goya e Sol Lewitt. Una gioia indescrivibile vedere insieme tanta storia, tanti grandi e maestri.
Temevo di risultare un po’ l’ultima arrivata nell’ambiente ma nella hall del grande River Pavilion Javits Center, prima ancora di tirar fuori l’invito per l’esposizione qualcuno ha gridato il mio nome.
Da quel momento ho saltellato tra un artista ed un gallerista conosciuti in un altro luogo in un altro tempo ma davvero entusiasti di vedermi.
Mi sono sentita subito a casa, all’altezza della situazione ed attesa.
In una nazione divisa tra la lotta del movimento “metoo” ed un Presidente pericolosamente non voluto dagli addetti ai lavori delle arti e della cultura, chi fa il mio lavoro è una mosca bianca da rispettare.

Jennifer Melby at the EAB fair2018
Roberta Feoli and Jeffrey Dell
Per questo delle persone hanno raccolto fondi per pagare il mio viaggio aereo, per questo ho dormito in appartamenti di Manhattan e visitato le migliori stamperie del nord est degli Stati Uniti, perché rientro in una piccola potente minoranza. Quella della donna incisore, stampatore, artista e ricercatrice. Anche per questa ragione ho avuto la possibilità di organizzare classi specifiche sulla stampa d’arte per il “Mass College of ART”, “School of the Museum of Fine Arts”, “Lesly University” e “Boston University”. Ho raccontato la mia storia personale e quella artistica a studenti che lavorano in laboratori giganteschi, con macchinari perfetti e facile accesso a carte pregiate e biblioteche nazionali. Temevo quasi il confronto con questi ragazzi poco più giovani di me che si sono rivelati assetati di storie, entusiasti dei miei sistemi di inchiostrazione e soprattutto del mio stile fresco di insegnamento.L’Harvard Art Museum mi ha messo a disposizione delle stampe su richiesta dalla collezione ed il tempo per studiarle, ho così visto un Piranesi dal vivo, negli States e poi mangiato con incisori selezionati nella sala dell’Harvard Club dalla imponente porta d’ingresso ed il caffè sempre caldo. Una giornata che mi ha riempita di orgoglio essendo sempre l’incisore ed artista italiano ospite e trattata come il visitatore che porta e non solo prende. 
 
Guest at School of the Museum of Fine Arts at Tufts thanks to Professor Carolyn Muskat and Peter Scott
Guest at Massachussetts Colleg of Art and Design thanks to Professor Randy Garber and Fred Liang
Boston Printmakers Members at Harvard Museum

Boston Printmakers meeting at Lesley University
Altro gradino importante di questo viaggio è stato sicuramente avere la possibilità di entrare e lavorare nelle stamperie più celebri degli USA. Una sera ho bevuto un bicchiere di rosè con l’inarrivabile Claire Van Viliet fondatrice del “The Janus Press” di Newark in Vermont. Una donna che ha fatto la storia della tipografia statunitense e che quando realizza una nuova tiratura di un libro lo fa dalla produzione della carta, ai caratteri mobili fino alla rilegatura. Un lavoro che avvolge tutte le fasi di creazione del volume e che in pochi al mondo possono vantare di poter fare.

 
With Claire Van Viliet
Claire Van Viliet and Jon Gregg

 Al “Two Rivers Printmaking Studio” di White River Junction sempre in Vermont ho incontrato una comunità di incisori appassionati e costruttivi che hanno fatto della stampa ragione di vita. 


Il “Vermont Studio Center” a Johnson, è forse una delle residenze d’artista più famose al mondo ed io ho avuto la fortuna di essere ospite dei fondatori, Jonathan Gregg e Louise von Weise, amici di lunga data, che mi hanno mostrato le case e gli studi costruiti appositamente per accogliere artisti da tutto il mondo. La sera in teatro ho ascoltato la critic e la mattina in mensa ho scambiato idee con artisti delle più disparate età, etnie e qualità. Un luogo senza tempo tra la neve e la foresta in cui si fa arte nel vero senso della parola, anche vivendo a stretto contatto con tanti personaggi che tengono vivo un villaggio. 

Roberta Feoli and Jon Gregg _ Vermont Studio Center
Nel Wingate Studio a Northfield nel New Hampshire, Peter Pettengill, famoso master printmaker, mi ha mostrato cosa vuol dire stampare a più colori, su lastre enormi e con un’ amore indescrivibile per i più importanti nomi del panorama artistico e soprattutto come far tutto ciò con la tranquillità e la sicurezza che caratterizzano un Maestro. Per essere chiara sull'importanza di questa stamperia basta comprendere che è qui dove stampe di Jon Cage, Sol LeWit, Louise Bourgeoise Francesco Clemente hanno visto al luce.

Wingate Studio
 
Roberat Feoli and Peter T.Pettengill

Al “Muskat Studios” di Somerville, Massachusset ho passato ore a chiacchierare con la fondatrice, Carolyn Muskat che nell’ambiente tutti chiamano “LitoQueen” ovvero la regna della litografia e su questo non ci sono commenti da aggiungere. Quando la vedi all’opera tra inchiostri e pietre realizzi immediatamente la regalità del suo tocco. Shepherd & Maudsleigh Studio nel West Newton in Massachusset è una nota molto importante del mio viaggio non solo perché una delle fondatrici già citata mi ha offerto la sua casa e la sua tavola per diverso tempo ma anche perché è stata uno dei nomi di punta nella raccolta fondi che ha finanziato tutta la mia esperienza. In questo studio in particolare ho stampato dei monotipi in aspettati che hanno dato una nuova linea ad una parte della mia ricerca. 


Liz and Ben Shepherd






In fine la soddisfazione di essere selezionata come allieva nel “Zea Mays Printmaking” in Florence, sempre Massachusset. Sono la prima italiana a ricevere il diploma di incisore e maestro in tecniche Less-Toxic da una delle stamperie meno tossiche al mondo e che è una pietra miliare nel panorama della ricerca contemporanea. Un luogo in cui si fa Arte ma soprattutto indagine sui materiali e la loro pericolosità. Seguita dalla mente dietro questo rinomato centro di investigazione, Liz Chaflin ho appreso tecniche, ricette e segreti della stampa meno tossica possibile che ora so come combinare con la storia che caratterizza l’incisione europea.




Questi sono solo alcuni dei nomi incrociati sulla mia strada fatta di tante strette di mano, scambi di biglietti da visita, visite ai musei, conferenze, inchiostro sotto le unghie, neve ed ore di viaggio in auto.
Ho visto il paesaggio cambiare dai grattacieli e le sirene di New York alle foglie dei colori del fuoco delle foreste dei monti del nord e le case segrete vicino i laghi del New England.
Ho assaggiato le rootbeer, il pollo fritto sui waffel con succo d’acero, tacchino del giorno del Ringraziamento, panini di aragoste del Maine, pretenziose insalate altolocate, moosehead gingerbread fatta in casa, pumpkin cake in un diner e dolcetti iper-zuccherati di Halloween.
Ho attraversato centinaia di incroci ed ascoltato di sfuggita le storie di tanti passanti sentendomi fortunata di essere una di quelli con uno scopo che di fretta vanno al prossimo appuntamento.
Non riesco a nominare tutte le persone che mi hanno aiutato, accompagnato e sostenuto tra l’Italia e gli USA. Non posso nemmeno comunicare a pieno quanto ogni passo compiuto fosse sinonimo di una missione. Sono stata invitata, ho raccontato la mia nazione attraverso il mio lavoro, inchiostrato in laboratori nuovi e diversi e tornata in patria con una specialistica in più e la possibilità di viaggiare ancora e raccontare che la stampa d’arte di Venezia non sta scivolando via ma che esistono ancora realtà come la Scuola Internazionale di Grafica, pronte ad insegnare ogni segreto per rendere immortale l’alchemica arte.
Ricorderò questo viaggio con la definizione che qualcuno ha dato appena saputa la notizia: “Una cosa è sognare l’America ed un’altra è che l’America ti sogni”. 

Ottobre/Novembre 2018 

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